#174 – Il documento no

Pillole di Bit - En podkast av Francesco Tucci - Mandager

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Iscriversi ai social network (o ai forum? o al blog di cucina?) con un documento non è una buona idea, per una lunga serie di motivi. Lasciare un dispositivo connesso ad Internet ad un ragazzo o ragazza di 9-10 anni senza un adeguato controllo neanche. Pare che anche far leggere loro i giornali sia una buona idea, visto che scrivono un sacco di fesserie La puntata 123, dove avevo già parlato di questa cosaFamily Link di GoogleTempo di utilizzo su iOSL'account Twitter del Prof. Stefano Zanero Pillole di Bit (https://www.pilloledib.it/) è un podcast indipendente realizzato da Francesco Tucci, se vuoi metterti con contatto con me puoi scegliere tra diverse piattaforme: - Telegram (o anche solo il canale dedicato solo ai commenti delle puntate) - TikTok (per ora è un esperimento) - Twitter - BlueSky - Il mio blog personale ilTucci.com - Il mio canale telegram personale Le Cose - Mastodon personale - Mastodon del podcast - la mail (se mi vuoi scrivere in modo diretto e vuoi avere più spazio per il tuo messaggio) Rispondo sempre Se questo podcast ti piace, puoi contribuire alla sue realizzazione! Con una donazione diretta: - Singola con Satispay - Singola o ricorrente con Paypal Usando i link sponsorizzati - Con un acquisto su Amazon (accedi a questo link e metti le cose che vuoi nel carrello) - Attivando uno dei servizi di Ehiweb Se hai donato più di 5€ ricordati di compilare il form per ricevere i gadget! Il sito è gentilmente hostato da ThirdEye (scrivete a domini AT thirdeye.it), un ottimo servizio che vi consiglio caldamente e il podcast è montato con gioia con PODucer, un software per Mac di Alex Raccuglia Il sito è gentilmente hostato da ThirdEye (scrivete a domini AT thirdeye.it), un ottimo servizio che vi consiglio caldamente e il podcast è montato con gioia con PODucer, un software per Mac di Alex Raccuglia Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 174 e io sono, come sempre, Francesco. Avrei voluto iniziare questa puntata con un pezzo di Mosconi, ma forse poi sarebbe diventata una puntata troppo volgare, quindi voi immaginate solo che lo abbia fatto, anche se l’audio non c’è, ok? Perché tanta arrabbiatura? Perché sono peggio delle rotonde e dei funghi. Perché ogni giorno che passa c’è qualcuno che salta fuori con la consueta idiozia del “è necessario registrarsi sui social con un documento, così che si possa sapere chi sei e quando fai qualcosa di illegale ti si possa subito venire a cercare”. Inutile dire che se ci faccio una puntata, è perché questa è una fesseria bella è buona, alla Fantozzi, questa è una cagata pazzesca. E’ talmente pazzesca che ho già fatto una puntata sullo stesso argomento e ho pensato che fosse il caso di farne una seconda, per rinfrescare le idee e guardare la questione da un punto di vista leggermente diverso. Repetita Iuvant dicevano i latini. Se la volete riascoltare, la puntata in questione è la 123, quindi neanche tanto tempo fa. Come prima cosa è necessario fare una distinzione in termini. Una cosa è l’anonimato, l’altra cosa è usare uno pseudonimo. L’anonimato su Internet è pressoché impossibile. Si deve essere davvero molto bravi per fare qualcosa senza lasciare una traccia che non riporti a noi. Soprattutto per attività continuative come la gestione di un account social o l’utilizzo di una mail. Su Internet si lasciano in giro una quantità innumerevoli di tracce, sempre. Alcune di queste riconducono a noi, non si scappa. Si può usare una VPN, ma il browser che si collegherà al server del social ha un’impronta unica, questa viene registrata sul social. Si può far finta di essere su un altro PC, ma magari nel browser c’era un cookie di un sito con l’autenticazione con un utente che riconduce a noi. Si fa attenzione a tutto e poi si fa accesso al social tramite il cellulare da un bar quando quel giorno siamo gli unici ad aver pagato con la carta di credito e al conteggio degli account che hanno fatto logon il nostro è l’unico che

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