#165 – DatiBeneComune
Pillole di Bit - En podkast av Francesco Tucci - Mandager
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Pillole di Bit è tra i promotori della lettera aperta al Governo di #datibenecomune, perché solo con i dati aperti, disponibili a tutti e machine readable si può sapere cosa si sta facendo davvero per il bene dei cittadini durante questa pandemia del COVID-19. Il sito dell'iniziativa #datibenecomuneLa puntata 132 sulle APIIl canale di BarbascuraI disegni dei film dello studio GhibliLa musica di sottofondo (CC da Jamendo) Pillole di Bit (https://www.pilloledib.it/) è un podcast indipendente realizzato da Francesco Tucci, se vuoi metterti con contatto con me puoi scegliere tra diverse piattaforme: - Telegram (o anche solo il canale dedicato solo ai commenti delle puntate) - TikTok (per ora è un esperimento) - Twitter - BlueSky - Il mio blog personale ilTucci.com - Il mio canale telegram personale Le Cose - Mastodon personale - Mastodon del podcast - la mail (se mi vuoi scrivere in modo diretto e vuoi avere più spazio per il tuo messaggio) Rispondo sempre Se questo podcast ti piace, puoi contribuire alla sue realizzazione! Con una donazione diretta: - Singola con Satispay - Singola o ricorrente con Paypal Usando i link sponsorizzati - Con un acquisto su Amazon (accedi a questo link e metti le cose che vuoi nel carrello) - Attivando uno dei servizi di Ehiweb Se hai donato più di 5€ ricordati di compilare il form per ricevere i gadget! Il sito è gentilmente hostato da ThirdEye (scrivete a domini AT thirdeye.it), un ottimo servizio che vi consiglio caldamente e il podcast è montato con gioia con PODucer, un software per Mac di Alex Raccuglia Ciao a tutti e bentornati all’ascolto di Pillole di Bit, questa è la puntata 165 e io sono, come sempre, Francesco. Il nostro mondo, più di quanto siamo abituati a pensarlo, è data driven. Oh, che parolone difficile. Tradotto, per i non addetti ai lavori, si può dire che le scelte fatte per determinate azioni sono decise in base alla disponibilità di dati. Partiamo da un po’ più indietro, come siamo abituati a fare da queste parti. La mattina ci alziamo, assonnati, guardiamo fuori dalla finestra e vediamo che piove. Questa è una informazione, tradotta in dato, il nostro cervello, se fosse un calcolatore, assegnerebbe alla variabile “oggi piove” il valore “1”, cioè, sì, piove. Visto che piove, devo prendere l’ombrello. Ho fatto una scelta basata su un dato. La seconda scelta che posso fare basata su un dato può essere empirica, aprendo la finestra, o numerica, guardando sull’app del meteo che temperatura c’è oggi, in base alla sensazione che ho sulla pelle o al numero che vedo sull’app decido come vestirmi e che tipo di giacca indossare. Seconda scelta basata su un dato. E non sono ancora uscito di casa. Il nostro mondo è basato sui dati, molti dati, moltissimi dati che devono essere analizzati in modo sempre più rapido per fare scelte sempre più complesse. Il problema adesso però sono i dati. Come mi arrivano i dati? Di solito, come dice un noto divulgatore di nome Barbascura, MALE. I dati arrivano da fonti diverse, non organizzati, non ben descritti, solitamente anche impossibili da capire. Un dato, per essere capibile da un umano, deve avere un certo formato, come ad esempio una temperatura. Se noi vediamo su un foglio una tabellina con i giorni della settimana e dei numeri decimali con a fianco il simbolo del grado celsius li capiamo al volo, le macchine non fanno così. Alla macchina devi dire “ciao, questa tabella rappresenta le temperature, i valori sono decimali e la prima colonna contiene i giorni della settimana, la seconda le temperature in gradi celsius” A questo punto la macchina è in grado di interpretare i dati che gli vengono passati con un algoritmo che qualcuno avrà scritto. Perché senza un algoritmo, le macchine le accendiamo e loro sono lì, ferme a consumare corrente e a non fare nulla. I dati però devono essere messi lì sempre nello stesso modo, nella casella della temperatura le temperature in formato decimale e nella casella del giorno della settimana, il