Gennaro Carillo "Festival del Classico"

il posto delle parole - En podkast av livio partiti

Gennaro Carillo"Festival del Classico"Cosmo. La natura e i viventiCircolo dei Lettori, Torinowww.festivaldelclassico.itwww.circololettori.itSabato 30 novembre, ore 12:00Circolo dei Lettori, TorinoL’intelligenza delle piantecon Stefano Mancuso // botanico, Università di Firenzee Gennaro Carillo // Università di Napoli Suor Orsola BenincasaQuella di essere i signori del pianeta è una grande – e pericolosa – illusione, del tutto sconfessata dall’evidenza empirica. Le piante costituiscono ben l’80% della biomassa. E sono venute al mondo molto prima di noi. Già questo basterebbe a indurci a un atteggiamento più rispettoso. Se poi si considera che le piante sono esseri non solo senzienti ma intelligenti, allora il nostro pregiudizio antropocentrico, già vacillante, crolla del tutto. Se per intelligenza s’intende l’attitudine alla risoluzione dei problemi, le piante vanno ritenute intelligenti a pieno titolo: le loro capacità di adattamento e di previsione sono formidabili. La sfortuna delle piante è che il loro comportamento sfugge alla nostra vista. È compito della neurobiologia vegetale – non è un ossimoro! – indagare questa vita segreta e meravigliosa.  Sabato 30 novembre, ore 16:30Circolo dei Lettori, TorinoDeinon: il tremendo dell’uomo, il tremendo della naturacon Gennaro Carillo // Università di Napoli Suor Orsola Benincasaintroduce Luciano CanforaSofocle, nel primo Stasimo di Antigone, fa dire al Coro che l’uomo è la più «meravigliosa» tra le molte meraviglie del vivente. Ma l’etimo dell’aggettivo, deinos, rimanda al verbo deido, “temere”. C’è dunque, nel deinon umano, qualcosa di temibile oltre che di mirabile. Ecco perché il Coro da un lato celebra la potenza dell’uomo di trasformare e dominare la natura mediante la tecnica, dall’altro evoca il rischio che questa stessa potenza – il cui limite è solo la morte – induca l’uomo a «strisciare» verso il male.  Cosa manca al nostro tempo dell’effimero?Forse un paradigma interpretativo, ancorato alla memoria del passato ma capace di orientare il futuro. Perché la storia non è un fluire incessante: se si trovano adeguati strumenti di lettura, noteremo l’esistenza di avvenimenti che offrono occasioni per riflettere sulla vita collettiva.La cassetta degli attrezzi la mettono a disposizione i classici, libri che non offrono soluzioni semplificate, ma ripropongono antichi dilemmi, non presentano un’immagine unilaterale ed edulcorata dell’uomo e del mondo, ma danno da pensare.Da questa idea nasce il Festival del Classico, lezioni, dialoghi, letture, dispute dialettiche, presentazione di libri, spettacoli teatrali, alimentati dalle parole della letteratura e della filosofia, sullo sfondo della storia.Gennaro Carillo è professore ordinario di Storia del pensiero politico nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove insegna anche Storia della tradizione classica e Storia della filosofia antica e medievale. Ha lavorato su Vico, oltre che sulla filosofia antica e in particolare su Platone. Ha scritto anche sulla storiografia, i tragici, i comici. Si è occupato di Balzac, tra i moderni. Tra i contemporanei, di Simone Weil. Ripercorre da anni il tema mitico di Atteone nelle sue riscritture infinite. Tra i suoi interessi di ricerca anche il rapporto fra politica e immagini mentali e fisiche. È co-direttore artistico del Festival Salerno Letteratura e curatore dei progetti Gli ozi di Ercole, presso il Parco Archeologico di Ercolano, Fuoriclassico. La contemporaneità ambigua dell’antico al MANN (Museo archeologico nazionale di Napoli), Immagine del desiderio, al Museo MADRE, dove co-dirige il LET, Laboratorio di esplorazioni transdisciplinari. Per Tutta l’umanità ne parla (Rai,...

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