Uno Bianca | Il Lato Oscuro della Verità | Parte 2
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Quella della Uno bianca è una storia criminale. Ventiquattro morti, centodue feriti, centotre azioni. Praticamente una mattanza. Le vittime sono carabinieri, poliziotti, guardie giurate. E ancora nomadi, benzinai, commercianti, imprenditori, artigiani, fattorini, elettrauto, pensionati, studenti. Partiamo dai dati accertati. Al termine dei processi, la Corte d’Assise di Pesaro, Bologna e Rimini condannò all'ergastolo Marino Occhipinti e Alberto, Roberto e Fabio Savi, a ventotto anni Pietro Gugliotta, a tre anni e otto mesi Luca Vallicelli. Il 27 gennaio 2021, La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo per tornare a indagare sulla Banda della Uno Bianca. Un atto deciso dopo che la magistratura ha ricevuto un'informativa dai carabinieri che hanno acquisito un’intercettazione già agli atti, probabilmente da approfondire, e un esposto del giornalista ed ex consigliere comunale Massimiliano Mazzanti. Sostengono i familiari della vittime della Uno bianca sulla strage del Pilastro. "Quello del 4 gennaio 1991 aveva tutte le caratteristiche di un agguato, studiato e premeditato, in questo caso bisogna ricercare complici e mandanti. Di recente alcuni episodi relativi alle prime indagini sono stati oggetto di un informativa dei carabinieri e di un esposto. La prima riguardava un'intercettazione telefonica che coinvolse la famiglia della super testimone Simonetta Bersani, che aveva accusato soggetti poi risultati innocenti. L'esposto era sulle comunicazioni degli inquirenti su alcuni fucili dei fratelli Savi. Subito dopo la Procura della Repubblica di Bologna aprì un fascicolo conoscitivo, ma, a distanza di ben due anni, non si conoscono ancora le determinazioni degli organi inquirenti su quanto denunciato. Noi familiari siamo determinati nel ricercare la verità ed auspichiamo una riapertura delle indagini su tutti i sette anni di crimini della banda della Uno bianca, una vicenda caratterizzata da depistaggi ed indagini sbagliate, avvolte ancora da numerose ombre. “ Restiamo nei processi. Ecco le dichiarazioni pubbliche del capo della banda, Roberto Savi sull'azione più conosciuta: la strage del Pilastro. Siamo a Bologna, tribunale, è il 12 dicembre 1994. Dopo il terrore restano ancora oggi dubbi legittimi. La reale motivazione che ha spinto i fratelli Savi e i loro complici è rimasta oscura. Così come le protezioni di cui hanno goduto, forse troppe per semplici rapinatori. C'era una mente dietro quella follia sanguinaria? Se lo chiede Rosanna Zecchi. A distanza di molti anni qual'è stato il vero ruolo della Uno Bianca? Daniele Paci aveva coordinato le indagini. Sentiamolo durante un illuminante convegno svolto a Rimini e promosso dall'associazione JFKennedy in cui sostiene che sul caso della Uno bianca c'è stata troppa dietrologia. Oggi resta la memoria. Quella dei familiari, quella delle città colpite dal gruppo criminali. E c'è anche la memoria racchiusa nelle carte dell'inchiesta che sono state completamente digitalizzate e che possono servire alla ricostruzione della vicenda. I numeri: 277 faldoni, 11 allegati, 260mila immagini a disposizione, da giugno, di studiosi, magistrati, avvocati e che abbracciano un arco temporale che va dal 1990 al 2000. Ovvero, dalle prime fasi dell’inchiesta fino al dibattimento in Cassazione.