"Rosy" di Alessandra Carati e "Fili d'ombra" di Christian Guay-Poliquin

Il cacciatore di libri - En podkast av Radio 24 - Lørdager

Chi è Rosa Bazzi, la donna condannata all'ergastolo per la strage di Erba insieme al marito Olindo Romano? A questa domanda prova a rispondere il romanzo "Rosy" (Mondadori) scritto da Alessandra Carati, autrice fra l'altro di "E poi saremo salvi", finalista al Premio Strega nel 2022. La scrittrice ha incontrato Rosa Bazzi in carcere per circa un anno ed è venuto fuori un romanzo che tratteggia tutte le contraddizioni di questa donna che è stata condannata (primo e secondo grado e Cassazione) insieme al marito per aver ucciso quattro persone l'11 dicembre del 2006. Emerge il ritratto di una donna che aveva un rapporto simbiotico con il marito, ne era quasi succube, una donna che mescola nel suo racconto realtà e finzione, parla in modo bizzarro, una personalità dipendente dalla necessità di essere riconosciuta e di compiacere le persone alle quali lei riconosce un ruolo importante. Un romanzo complesso, scritto dopo le conversazioni con Rosa Bazzi e dopo aver studiato gli atti processuali.  Nella seconda parte parliamo di "Fili d'ombra" (Marsilio - traduz. Francesco Bruno) di Christian Guay-Poliquin, considerato uno degli autori più promettenti della narrativa canadese. Un blackout di enormi proporzioni costringe le persone ad abbandonare le città e a rifugiarsi nelle foreste. Un uomo vuole raggiungere i suoi familiari in un capanno di caccia e naturalmente deve farlo a piedi attraversando i boschi. Qui incontra un ragazzino di 12 anni, Olio, con il quale si verrà a creare un rapporto speciale, simile a quello fra un padre e un figlio (in questo si ispira a "La strada" di Cormac Mc Carthy, considerato il punto di riferimento dei romanzi post apocalittici contemporaneai). In "Fili d'ombra" la descrizione dei paesaggi e della natura è preponderante e l'autore ha voluto porre l'accento sulle conseguenze sociali di un trauma.

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