Cop29, 1.300 miliardi all'anno di aiuti al 2035

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Dall'11 novembre, fino a oggi venerdì 22 novembre, le delegazioni di oltre 190 Paesi si sono ritrovate a Baku in Azerbaigian alla Cop 29, il 29esimo atto della Conferenza dell'Onu sul clima. Per tentare, ancora una volta, di dare una scossa alle azioni per contenere il riscaldamento globale a nove anni dall'Accordo di Parigi. Ma anche di fare qualche passo in avanti per finanziare l'addio ai combustibili fossili nei Paesi in via di sviluppo con nuove risorse sul piatto e completare il puzzle intricato dei mercati del carbonio.Dal punto di vista degli impegni dei Paesi, questa Cop è stata vista come una fase transitoria tra la Conferenza di Dubai e la prossima in Brasile. Fa parte di un trittico progettato per gettare le basi per il successo del nuovo ciclo definito dal ritmo dell'Accordo di Parigi del 2015. Se nel 2023 negli Emirati è stato completato il primo bilancio globale (Global stocktake), l'anno prossimo gli Stati dovranno presentare i piani dettagliati su come intendono raggiungere concretamente gli obiettivi di Parigi, i cosiddetti Contributi nazionalmente determinati (Ndc). A Baku gli Stati hanno ripreso le fila sul tema del finanziamento climatico. Nel 2009 i Paesi ricchi si sono impegnati a mobilitare 100 miliardi di dollari all anno entro il 2020 per l'azione climatica in quelli in via di sviluppo. L'obiettivo è stato però raggiunto con due anni di ritardo. La bozza di questa Conferenza, uscita nel primo pomeriggio di oggi 22 novembre, decide di porre un obiettivo in estensione di quanto previsto dall'Accordo di Parigi, con i paesi in via di sviluppo che prendono l'iniziativa di arrivare a 250 miliardi di dollari all anno al 2035 per i paesi in via di sviluppo per l'azione climatica.Il commento di Laura Bettini, conduttrice di Si può Fare, Radio24 ai microfoni di Sebastiano Barisoni.

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